giovedì 16 giugno 2016

Pietro Colucci spiega, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, il nuovo piano per la rinegoziazione del bond di Waste Italia

Waste Italia prova a risollevarsi dopo aver chiuso l’anno 2015 con 39 milioni di perdite su un fatturato di 133 milioni, raddoppiato rispetto ai 64 milioni dell’anno precedente. A breve sono previsti un aumento di capitale pari al doppio della capitalizzazione e un nuovo piano industriale che permetta di potersi sedere al tavolo dei creditori per rinegoziare un bond che sta affossando i conti del gruppo. Pietro Colucci dichiara come il 2015 sia stato un anno difficile: le dimissioni dell’Amministratore Delegato Giuseppe Chirico hanno generato complicazioni a livello gestionale e conseguenti ripercussioni sulla marginalità. Un Ebitda pari a 36,5 milioni rappresenta comunque una forte crescita (23,4 milioni nell'esercizio precedente). La marginalità rimane quindi positiva anche se lontana dai 55 milioni previsti, generando una svalutazione importante degli avviamenti. L’assegnazione delle energie rinnovabili a favore di Innovatec ha lasciato ancora degli asset gravati da debito da dismettere. Waste Italia punta a riprendere le trattative con i bondholders, composti al 75% da fondi americani come Oak Tree e Pioneer e per il resto europei, fra cui assicurazioni come Axa e Cattolica. Pietro Colucci conta di chiudere le trattative per ricontrattare termini e scadenze entro ottobre o, nel peggiore dei casi, entro fine anno. Waste Italia, guidata ora dal nuovo CEO Flavio Raimondo, presenterà un nuovo piano che include un fatturato per il 2016 in linea con quello attuale e un recupero di marginalità. Non sono previste altre svalutazioni per l’esercizio in corso e il problema a cui far fronte sono gli oneri finanziari che pesano per circa 22 milioni. Se la rinegoziazione dovesse andare in porto la società potrebbe tornare all’utile nel 2017.